Galateo a tavola

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Perché non ripassare la grammatica dello stare a tavola?

Il galateo non è nemico della cordialità ma fa da collante tra coloro che, lì, in quel momento, siedono alla stessa tavola, per creare una convivialità all’insegna dell’armonia, dell’empatia e del benessere reciproco. Poche regole di base che si possono riassumere in tre parole: compostezza, discrezione, gentilezza.

1) Prima di sedersi al tavolo si saluta il gruppo senza presentarsi, non essendo in un salotto dove la prentazione è invece d’obbligo.

2) Si accomoderanno a tavola per prime le signore, e il “là” per iniziare lo daranno gli anfitrioni quando tutti saranno stati serviti. “Buon appetito!” è un augurio poco elegante, ma se qualcuno lo dice è cortese rispondere “Grazie!”.

3) Nella conversazione, saper ascoltare mostrando interesse è la prima regola. Si devono rispettare le altrui opinioni, mai monopolizzare con interventi troppo lunghi.

4) E’ vistosamente volgare appoggiare i gomiti sulla tavola, piegarsi verso il piatto, parlare con la bocca piena. E conversare a voce alta o con persone dei tavoli vicini.

5) Si sta seduti diritti, con i gomiti bassi vicini al busto, sul tavolo si appoggiano solo i polsi.

6) Non colmare il bicchiere né di acqua né di vino, ma solamente riempirlo per metà. Nettarsi le labbra prima di bere, per non lasciare disdicevoli segni opachi sul bordo del bicchiere, e dopo aver bevuto.

7) L’uomo verserà l’acqua o il vino, solo se richiesto, alle signore che lo affiancano, non ad altri commensali. La bottiglia si passerà di mano in mano senza farla “volare”.

8) Quando a servire le bevande è il cameriere, lasciate il bicchiere dov’è. Provvederà lui a versare senza alcun “aiuto” del commensale. Un gentile “grazie” al cameriere è un gesto cortese anche se non obbligatorio.

9) Il tovagliolo si spiegherà solo al momento che verrà servita la prima portata, e se vi sarà la necessità di alzarsi da tavola, si poserà sulla propria seduta.

10) Il pane si spezza (e non si taglia) sull’apposito piattino, per non sbriciolare sulla tovaglia.

11) Nei confronti del cibo si terrà un atteggiamento sobrio, né famelico né schizzinoso, e non si commenterà la qualità o la cottura. E’ ineducato lasciare cibo nel piatto. Se non conoscete una certa pietanza è meglio non sceglierla o servirsene con moderazione.

12) Le posate non si brandiscono e il coltello non si porta alla bocca. Dinnanzi al piatto si troverà la posateria per il dessert, una forchetta in caso di crostate o torte “dure”, un cucchiaino in caso di creme o dolci ”molli”.

13) Se durante il pasto si desidera conversare, le posate dovranno essere appoggiate sul piatto con le punte vicine e i manici divaricati. Al termine, le posate si lasceranno in posizione ad ore 6, perpendicolarmente, una accanto all’altra, la lama del coltello verso l’interno.

14) Qualora il servizio sia a buffet, non è di buon gusto colmarsi il piatto per evitare un secondo “giro”, facendo la figura dell’ingordo accaparratore. Se vi alzate da tavola per un “rifornimento”, non offritevi di “portare qualcosa” anche agli altri commensali. Questo gesto si può fare ed è gentile solamente nei riguardi la propria dama.

15) Brutta ed imperdonabile abitudine, quella di assentarsi dalla tavola, tra una portata e l’altra, per recarsi a fumare fuori dalla sala. E’ brutto anche “filarsela all’inglese” alla fine del pasto, senza salutare i commensali.

Alberto Presutti (italiaconvention.it)

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