Siamo nell’anno della misericordia indetto da Papa Francesco. Sarà molto importante per la Chiesa Cattolica. Penso che anche molti non cattolici accoglieranno volentieri quest’iniziativa. La misericordia è il secondo nome dell’amore. San Giovanni Paolo II dice che è “il più stupendo attributo del Creatore e del Redentore” (Dives in Misericordia, n. 13). Gesù venuto sulla terra ci ha fatto capire come è Dio:
a) Dio perdona sempre,
b) è fedele malgrado le nostre infedeltà,
c) vuole essere vicino a ognuno di noi fino a offrirsi come cibo spirituale per noi,
d) è generoso: ci ha creati per farci godere nel cielo non una felicità umana grandissima, ma la sua felicità divina, immensamente più grande, quella che proviene della conoscenza e amore tra le tre Persone Divine, Padre, Figlio e Spirito Santo, e per questo vuole divinizzarci e si è incarnato ed è morto sulla croce.
Come possiamo noi praticare la misericordia?
a) In primo luogo chiedendo perdono e perdonando. A far questo ci invita la preghiera del Padrenostro.
b) Poi con la fedeltà in famiglia e nel lavoro.
c) Poi con la compassione e con la solidarietà. Le opere di misericordia creano un circolo virtuoso in chi le compie e un circolo virtuoso in chi le riceve: migliora il cuore di chi le realizza e la loro ripetizione diviene più facile, ma anche chi le riceve si sente amato e amerà più facilmente.
Pochi giorni fa, prima del arrivo del Papa nella Repubblica Centrafricana, il presidente Catherine Samba-Panza ha detto: “Le comunità di tutte le fedi religiose, si aspettano che il Papa le visiti… dovreste sentire che mobilitazione, che gioia e che attesa c’è per questa visita”
Poi all’arrivo del Papa ha detto: “A nome di tutta la classe dirigente di questo paese, ma anche a nome di tutti coloro che hanno contribuito in qualche modo alla sua discesa agli inferi, confesso tutto il male che è stato fatto qui nel corso della storia e chiedo perdono dal profondo del mio cuore. Santo Padre abbiamo assolutamente bisogno di questo perdono in occasione della vostra visita”.
Ha detto anche: “La vostra visita è vissuta come una benedizione dal cielo. La vostra presenza è vista come una vittoria. Una vittoria della fede sulla paura, sull’incredulità, una vittoria della compassione e della solidarietà…”
d) Siamo in tempi di crisi e forse non potremo in quest’anno dare grandi elemosine, ma tutti possiamo migliorare nel rapporto fraterno in famiglia, nel lavoro, ecc.
Papa Francesco ci spiega come si fa a comunicare con empatia, con amore: “a volte si tratta di fermarsi, lasciare l’ansia, guardare agli occhi, ascoltare…” (Evangelii Gaudium, n. 46).
Ricordiamoci che quando alla fine di una discussione ci sentiamo feriti non è perché non ci hanno dato ragione, ma perché pensiamo che non hanno ascoltato le nostre ragioni. Quanto è importante fermarsi, lasciare l’ansia, ascoltare, riconoscere le cose buone che dice l’altro e dopo dire serenamente la nostra opinione.
Questo non vuole dire che si deva concedere tutto e non correggere mai. Anche la fortezza è una virtù.
e) Cerchiamo di comunicare molto. Oggi i “tablet” e i telefoni hanno tante funzionalità che possono rendere difficile la comunicazione personale.
f) Infine, in famiglia e nel lavoro, mettiamo sempre un sorriso: quanto aiuta!
Álvaro Gámiz