Cosa ha permesso all’ex cardinale Bergoglio di condizionare così radicalmente l’opinione pubblica nel nostro Paese in così poco tempo?
Ha compiuto dei gesti, dei piccoli ma significativi gesti, attraverso i quali ha fatto passare un concetto, semplice ma quanto essenziale: “Io sono come voi”:
1. utilizza il linguaggio della gente cordiale, anche nelle occasioni più ufficiali, augurando buonasera e buon pranzo come farebbe chiunque rivolgendosi ad un amico;
2. parla di esempi di vita quotidiana (“ho letto un libro scritto dal Cardinale Kasper”, dice durante il primo Angelus), come farebbe ciascuno di noi;
3. è ironico (“Ma non credete che faccio pubblicità ai libri dei miei Cardinali, eh? Non è così”), come lo saremmo tutti in compagnia di amici;
4. accorcia le distanze e “scende”: scende in piazza per salutare dopo l’Angelus, percorre più e più volte Piazza San Pietro con la Papamobile (privata delle protezioni che eravamo ormai abituati a vedere) e scende in continuazione per abbracciare, il gesto più antico e popolare di saluto che si riserva alle persone più intime, quelle che percepiamo al nostro livello;
5. mette da parte etichetta e cardinali per chiedere notizie a una donna incinta sul suo stato di salute, definendo così delle priorità che sono molto vicine a quelle della gente comune;
6. è parco nei costumi, indossa un anello non in oro, vuole un appartamento piccolo, veste delle normali calzature anziché le scarpette rosse “di ordinanza” per essere più semplice possibile. E poco importa che attraverso questo rifiuto potrebbe sembrare che il Papa non fosse disposto a versare il sangue per testimoniare Cristo (ecco il perché di quel colore): lui non le indossa e alla gente piace ancora di più.
Damiano Bordignon (sestyle.it)