Depressione: cosa non dire (empatia)

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“Ma che ti manca?” è una delle tante frasi che sarebbe meglio non dire a chi ha problemi d’ansia o è depresso. Accanto a questa frase ce ne sono altre ancora:

Passerà, è solo una fase.
C’è chi sta peggio di te.
Non ti impegni abbastanza.
Tirati su! Fuori c’è il sole!
Distraiti!
Abbiamo tutti dei problemi.
Tu non vuoi stare meglio.

Cos’hanno in comune tutte queste frasi? In breve, la mancanza di empatia nei confronti della persona che sta male. Disturbi d’ansia e depressione (ma vale per qualsiasi disturbo mentale) non sono modi di essere e vivere che uno si sceglie, almeno non a livello consapevole. E non sono modi di essere e vivere di cui ci si possa sbarazzare semplicemente grazie alla forza di volontà. Ansia e depressione sono comunque il miglior equilibrio che la persona ha trovato in quel momento, un equilibrio doloroso e che fa acqua da tutte le parti, certo, ma che va innanzitutto rispettato. Quello che voglio dire è che, prima di dare consigli, dovremmo cercare di sentire cosa sia la vita per la persona che abbiamo davanti.

Sentire le emozioni degli altri, cioè l’empatia, è però una capacità complessa e scomoda, perché in realtà quello che preferiamo fare è più spesso evitare le emozioni, le nostre e quelle degli altri.

Le frasi che elencavo prima sono tutte prive di empatia e di fatto, minimizzandone la sofferenza, fanno stare peggio la persona a cui sono dirette. Chi le pronuncia può però sentirsi con la coscienza a posto, perché crede di aver detto una buona parola. Quello che ha fatto è invece difendersi dal contatto con il dolore, contatto che fa sempre male e che è una grande seccatura.

Rosalia Giammetta (quipsicologia.it)

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9 consigli per migliorare l’empatia

Empatia-anciana

1) Comprendi le tue stesse emozioni.
Meglio comprendi i tuoi sentimenti, più sarai in grado di comprendere i sentimenti degli altri.
Fai molta attenzione al tuo stato emotivo, notando quali situazioni modificano le tue emozioni, ciò che dà luogo a quelle positive e a quelle negative. Utilizza proprio quello che emerge dalle tue stesse emozioni come un punto da cui partire per comprendere le risposte emotive degli altri.

2) Chiedi alle persone di parlare dei loro sentimenti.
A volte, l’approccio migliore è quello diretto. Chiedi alle persone cosa pensano e cosa sentono. Spesso pensi di saperlo o di aver capito, ma le ipotesi possono dare luogo a incomprensioni e pregiudizi; inoltre, le persone, a volte, stanno solo immaginando ciò che pensano di sentire quando parlano dei loro sentimenti.

3) Interagisci con vari tipi di persone, anche con chi non ti piace.
Prova a conoscere le persone di tutte le età ed etnie, con diversi orientamenti sessuali e sociali, con differenti livelli di abilità fisica o di salute. Più tipi di persone arriverai a conoscere, più esperienze avrai, più vedrai le cose sotto una luce diversa.

4) Cerca somiglianze tra te e gli altri.
Quando poni l’accento sulle differenze tra te e gli altri, è molto più difficile da capirli. Cerca soprattutto di trovare le somiglianze tra te e le persone che non ti piacciono o con le quali non vai d’accordo. Fare questo ti permetterà di trovare i punti di connessione per stabilire un legame.

5) Pratica l’apertura verso un altro punto di vista.
Allena la tua mente ad aprirsi a prospettive che non sono le tue ed evolviti realmente per immergerti prospettive diverse.

6) Ascolta di più, parla di meno.
Il modo più affidabile per sapere quello che gli altri pensano e sentono è quello di ascoltarli quando parlano. Le persone si sentono più capite quando è consentito loro un ampio spazio per affermare la loro opinione. Quando parli tu, non parlano loro, per cui proprio parlando di meno, è possibile migliorare notevolmente la tua empatia.

7) Non terminare le frasi degli altri.
Quando pensi di sapere quello che gli altri stiano dicendo, sei tentato a terminare le loro dichiarazioni. Questo deriva in parte dal desiderio di mostrare efficienza e in parte dal desiderio di dimostrare che riesci a comprendere il pensiero degli altri.
Raramente riusciamo a comprendere gli altri così bene come pensiamo di fare. È meglio che le persone dicano a te quello che sentono, piuttosto che tu dica a loro ciò che sentono.

8) Non dare consigli se non sono richiesti.
Resisti alla tentazione di risolvere i problemi di cui le persone ti parlano. Quando dai loro un consiglio, il risultato che produce sembra quello di minimizzare i loro sentimenti. Di solito, quello che vogliono le persone è avere qualcuno che ascolti le loro preoccupazioni.

9) Dai attenzione in modo sincero.
Prendi a cuore gli altri in modo sincero. Se non lo fai genuinamente, le persone se ne accorgono, poiché è impossibile fingere empatia. Se manipoli le persone esse, comunemente, alla fine, se ne accorgono attraverso il tuo linguaggio del corpo o i fatti che ne seguiranno: di conseguenza diventerai per sempre non credibile ai loro occhi.

Pasquale Troianiello (sviluppoleadership.com)

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